Premessa
Quando per anni a scaldarti è una stufa a legna, capita di pensarci.
Il calore come motore delle intenzioni, la propulsione per macchine termiche, macchine del desiderio che, a loro volta, producono altro calore. A disperdersi.
Macchine erotiche e macchine del tempo che vengono azionate dal calore di cui sono, in taluni casi, fonte e in altri destinazione. Planimetrie percorse, abitate, sostenute dall’irradiarsi del calore.
Giallo cadmio e giallo brillante chiaro con inserti d’oro.
Il giallo è una scelta che ha preceduto il tema della termodinamica e nasce da una necessità in primo luogo espressiva, dalla volontà di annichilimento di ogni forma di romanticismo, per sprofondare nell’evidenza del visivo. Si sprofonda nel giorno, si cancellano le ombre intese come anime nel momento dello zenit, il momento in cui le ombre abbandonano i corpi. In qualche modo il giallo è una forma di privazione.
Gli eventuali inserti in oro richiamano il sacro bizantino e, più in generale, le icone, intese alla Florenskij come l'affiorare dell'invisibile nel visibile.
Siamo nell'era della tecnica. Siamo al punto in cui la tecnica, per paradosso, ci dà più informazioni di quante siamo in grado di interpretarne, come per la beffa del maxi ingrandimento fotografico di Blow Up, dove il senso della realtà si perde nel'iperrealtà di un ingrandimento che “sprofonda” nell'immagine fino a renderla illeggibile.
La civiltà della tecnica ha scelto come suo linguaggio predominante quello scientifico, ma la nostra contemporaneità trova i suoi fondamenti nella filosofia classica, nel suo irradiarsi nella cultura giudaico cristiana fino ad arrivare al pensiero filosofico del ‘900.
In fin dei conti, la scienza e la tecnica moderne non sono forse nate in Occidente? Non si sono forse sviluppate dal e nel modello occidentale?
Ovviamente non si tratta di un inno alla patria, ma di una riflessione formale e di conseguenza, contenutistica. Si constata l’inestricabile rapporto tra filosofia come madre delle scienze umane, ricerca scientifica e teologia, non con l’intento di convalidare qualche tesi a discapito di qualche altra, ma per dare evidenza di quel senso di connessione che ancora emerge tra le pieghe del sapere umano che, nonostante appaia frammentato in discipline che rivendicano la propria autonomia, si mostra, nel suo immaginario, nella sua struttura, nell'impianto speculativo, come un unico Discorso.
La frammentazione dei saperi, che è una caratteristica dalla civiltà della tecnica, induce tal volta a un atteggiamento dogmatico, per il quale lo specialista ritiene che il suo campo abbia il primato sugli altri, ma così non è poiché ogni campo del sapere è “armato” dal medesimo punto di vista, da comuni unità di misura e, forse proprio per questo, anche da condivisi errori.
Termodinamica
0 - Il principio zero della termodinamica dice semplicemente che, se un corpo "A" è in equilibrio termico con un corpo "B" e "B" è in equilibrio termico con un corpo "C", allora "A" e "C" sono in equilibrio tra loro.
Sarebbe a dire che ci sarà un passaggio di energia cinetica dal corpo con le molecole più energetiche a quello con le molecole meno energetiche, ovvero dal corpo caldo a quello freddo.
1 - Il primo principio della termodinamica (anche detto Legge di conservazione dell'energia).
In ogni macchina termica una certa quantità di energia viene trasformata in lavoro: non può esistere nessuna macchina che produca lavoro senza consumare energia. Una simile macchina, se esistesse, produrrebbe infatti il cosiddetto moto perpetuo.
La variazione dell'energia interna di un sistema termodinamico chiuso è uguale alla differenza tra il calore fornito al sistema e il lavoro compiuto dal sistema sull'ambiente.
2 - Il secondo principio stabilisce “il verso” delle interazioni termodinamiche.
Il calore che fuoriesce naturalmente da una sorgente più calda si dirige verso una più fredda, ma il processo inverso è impossibile.
Col secondo principio viene introdotta una nuova funzione di stato, detta ”entropia”.
Siccome l'universo si considera un sistema isolato, l'entropia dell'universo è in continuo aumento, infatti, in un sistema isolato l'entropia è una funzione non decrescente nel tempo.
Questo comporta la non reversibilità dei processi termodinamici, definendo in altre parole l’unidirezionalità del tempo.
3 - Il terzo principio stabilisce che il rapporto tra il calore ceduto e quello assorbito non può mai assumere un valore nullo poiché è impossibile raggiungere lo zero assoluto con un numero finito di trasformazioni.
Entropia
Esistono almeno due definizioni dell'entropia: una definizione macroscopica, fornita dalla termodinamica, e una definizione microscopica, fornita dalla meccanica quantistica. La termodinamica è il primo campo in cui l'entropia fu introdotta, a partire dagli studi della relazione fra calore e lavoro. L'entropia è una funzione di stato di un sistema in equilibrio termodinamico, che, quantificando l'indisponibilità di un sistema a produrre lavoro, si introduce insieme con il secondo principio della termodinamica[2]. In base a questa definizione si può sostenere, in forma non rigorosa ma esplicativa, che quando un sistema passa da uno stato di equilibrio ordinato a uno disordinato la sua entropia aumenta; questo fatto fornisce l'indicazione sulla direzione in cui evolve spontaneamente un sistema, quindi anche la freccia del tempo